mercoledì 2 settembre 2020

Dove ancora abitano Lari - Geni e Penati

 

Dove ancora abitano Lari - Geni e Penati

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non sono stati gli dèi più recenti del pantheon romano a lasciare le più tenaci rimembranze, ma quei “Lari, Geni e Penati” che Teodosio prendeva particolarmente di mira, quando proscriveva, nel 392, i sacrifici pagani; o i “demoni” delle campagne, avversati da san Martino e che, in occidente, abitavano misteriosamente e talvolta abitano ancora gli alberi e le sorgenti,

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Jean Bayet, la religione romana – storia, politica e psicologia, Bollati Boringhieri, Torino, 1992, pagine 305-306

giovedì 4 giugno 2020

La religione persiana

La religione persiana

I Persiani hanno i seguenti costumi: non sono soliti innalzare statue, templi e altari, anzi rimproverano quelli che lo fanno, a quanto mi sembra perché non ritengono, come i Greci, che gli dei abbiano figura umana. Usano sacrificare a Zeus (Ahuramazda) salendo sui monti più alti; chiamano Zeus tutta la volta del cielo. Sacrificano anche al sole, alla luna, alla terra, al fuoco, all'acqua e ai venti.

Erodoto, I, 131-140, V sec. a.C

domenica 24 maggio 2020

Albiorix

Albiorix 
In celtico «re del mondo» 

Soprannome (forse anche una divinità a sé) del dio gallico del- la guerra Teutates. Pare anche che Albiorix avesse un rapporto con il culto di un monte. 

mercoledì 6 maggio 2020

Almaqah

Almaqah

Dio lunare e nazionale del regno sudarabico di Saba; i membri del popolo sabeo si chiamavano «figli di Almaqah».
I suoi simboli sono il fascio di fulmini e un’arma che ricorda una S poco curva. L’animale che lo simboleggia è il toro; in alcuni testi è chiamato «signore degli stambecchi».

venerdì 1 maggio 2020

Alisanos

Alisanos
Anche nella forma Deus Alisanus 

Dio gallico locale, testimoniato- da iscrizioni nella zona della Costa d’Oro; probabilmente ha un rapporto con il nome di località Alesia. 
Si è cercato di definirlo come un dio-sorbo. 

martedì 28 aprile 2020

Ah bolom tzacab

Ah bolom tzacab

Nell’americanistica   è chiamato anche dio   K oppure, per l’ornamento a forma di foglia    del suo naso, «dio    dal naso a foglia».
Presso i Maya era la divinità dell’agricoltura ed era considerato   il signore della     pioggia e del tuono,  ma anche il patrono di feste religiose,     della musica e della   danza.
Nei testi   dei libri di Chilam-Balam compare come «dio    dell’inferno».
Molti  autori lo chiamano    Bolon Zacab.

sabato 25 aprile 2020

Hittavainen - Hittauin

Hittavainen - Hittauin
  
Presso i Careliani (Finni orientali) è il dio dei cacciatori di lepri, nominato in un’antica lista  di dèi. 
L’etimologia del suo  nome è discussa; potrebbe derivare da hitto («diavolo»), oppure risalire all’epoca della cristianizzazione, al nome del santo cacciatore Uberto.

domenica 19 aprile 2020

Hubal

Hubal

Dio pre-islamico adorato nell’Arabia centrale. 
La sua immagine cultuale antropomorfa,   fatta di corniola rossa, sorge   ancora oggi nella Ka’aba della   Mecca; forse anche la pietra   nera della Ka’aba aveva un rapporto con lui. il dio era celebre   per il suo oracolo con sette   frecce del fato

domenica 12 aprile 2020

Ame-Waka-Hiko

Ame-Waka-Hiko
(Giovane principe celeste).

Dio della mitologia  shintoista; inviato dalla dea  Amaterasu sulla terra per conquistarla, sposò una divinità terrestre rifiutandosi poi di tornare nel cielo. Fu  trafitto dalla stessa freccia  con la quale egli aveva ucciso  il fagiano Na-naki-me. 

lunedì 23 marzo 2020

Amerdad

Amerdad 

(Mitologia Persiana). 

Nome che  gli antichi Persiani davano ad un buon genio per merito del quale i frutti, creati dal  dio Ormuzd, avevano sapore.  

Presiedeva alle acque.  

domenica 15 marzo 2020

Fu-xi - Fu-hsi


Fu-xi
Fu-hsi
  
E il primo dei tre eroi civilizzatori cinesi; ha inventato il matrimonio e insegnato agli uomini la pesca. Ma, soprattutto, è il   creatore della musica e degli   otto trigrammi che costituiscono i fondamenti della scrittura.
Le nozze con la sorella Nu-gua simboleggiano l’equilibrio   delle forze Yin e Yang. Nu-gua  ha come attributi il compasso e   il circolo, Fu-xi una squadra a   cappello: insieme simboleggiano la costruzione del mondo, il   cielo (rotondo) e la terra (quadrata). Rilievi dell’epoca Han li   mostrano con le parti inferiori    dei corpi serpentine e allacciate   fra loro.
  

giovedì 12 marzo 2020

Ameshaspenta

Ameshaspenta 

(Mitologia  Persiana). 

Così  i Persiani chiamavano sei benevoli geni, o santi immortali, protettori degli uomini onesti e buoni,  che risiedevano intorno al  grande Ormuzd e l’aiutavano nella lotta contro Ahariman. 
Essi si chiamavano: Asha (la giustizia), Vohu Mana (il buon pen- siero),  Kshatra (il dominio divino),  Armaiti (l’umiltà), Haurvatat  (la salute derivante da una coscienza tranquilla) e Ameretat (l’immortalità). Ciascuno di  essi era preposto ad un elemento del mondo naturale.  

domenica 8 marzo 2020

Amharia

Amharia

(Mitologia. Etrusca).

Divinità  adorata dagli Etruschi; presiedeva alla giustizia e alla vendetta.   

giovedì 5 marzo 2020

Ame no Mi-naka-nushi

Ame no Mi-naka-nushi 

(Signore  del centro augusto del cielo). 
Secondo la mitologia shintoista, una delle tre divinità primarie, nate dalla materia per generazione spontanea.   

domenica 1 marzo 2020

Mito e rito

Mito e rito
Mito e rito entrano nei boschi di pioppi  tremuli, nei laghi orlati di salici,   nelle mareggiate. E leggendo certe   pagine lawrenciane ci prende lo stesso sgomento,  grandioso, cosmico, che ci tocca quando  su un prato battuto dal vento di un’isola  del Nord un cromlech ci appare, uno   di quei cerchi di pietre seminascosti   tra i fiori giallini e i fili d’erba, testimonianza che lì qualcuno ha saputo specchiare  l’universo e venerarne le forze.     Chi non ha visto Poseidone, non conosce  il mare. 
Chi non ha mai visto le Amadriadi,   le Oreadi, le Naiadi almeno una volta   non conosce gli alberi, né i castagni   dei boschi né i tigli dei viali di   città, e non sa che cosa siano le montagne,   quelle che precipitano rocciose tra   i pini e quelle dei ghiacci perenni, né  i corsi d’acqua, il torrente tormentato  dai rovi e dagli scogli e l’amplio fluire  del fiume.     
Un segno mitico dà forma alla natura   e crea il legame tra la sua essenza   e la nostra: senza mito, essa diviene   quell’informe scenario, quel grande   magazzino da cui la nostra civiltà   si è approvvigionata senza amore e senza  venerazione per secoli, lasciando   soltanto la poesia a riparare, e dar   rifugio agli dèi in esilio.   
Con la morte di Pan, con la cacciata   di Priapo dagli orti, delle Ninfe dalle  foreste, di Artemide dalla luna e di   Apollo dal sole, la natura perde la   sua forza vivente, fatta di luci, di   profumi, di colori, di sapori, di panico,  di esultanza, di bellezza. Gli alberi  diventano soltanto alberi, le pietre   soltanto pietre, le onde soltanto   onde. Allora la natura non ci parla   più, le energie viventi della terra,   del mare, del cielo non hanno più forma  né nome. Allora i cervi, i salmoni,   le allodole sono davvero in pericolo.    
Ma se ritorna il mito, ritornano l’anima  e l’incanto; se ritorna Pan, porta   con sé tutte le altre divinità della  natura. Quando Pan è vivo, ci dice   James Hillman, allora anche la natura  lo è. Così noi udiamo la notte sui rami  di un pino lo stridio di una. civetta,  e sappiamo che è Atena, vediamo un mattino   sulla riva del mare un guscio di conchiglia e   diciamo: è Afrodite. 
Giuseppe Conte
Il passaggio di Ermes
Riflessioni sul mito
Ponte alle Grazie, 1999, Milano
Pagine 62-63

sabato 29 febbraio 2020

Meness

MENESS

Antico dio lettone della luna, sposo della dea del sole   (Saule) e patrono dei viaggiatori. Il dio della luna era invocato all’inizio di una campagna di guerra e nella consacrazione di una bandiera di guerra: dunque aveva anche una   funzione bellica. Infine aveva   un ruolo negli scongiuri.

venerdì 7 febbraio 2020

Kunapipi

Kunapipi 
Presso gli Alawa della Terra di Arnhem (Australia) è una sorta di Magna Mater; uccise e mangiò giovani uomini, sin ché un’aquila-falco non le diede la morte. Nel rituale, il suo nome segreto ritorna udibile per mezzo di un boomerang; gli uomini vanno nel suo grembo (una fossa scavata nel luogo di culto), per poi essere rianimati.