venerdì 8 marzo 2024

Innocenza

 Innocenza


Tenero lanciullino, ed impotente

In largo pian cinto dall’erbe, e fiori,

Presso un orrido Drago in lui non sente

I soliti al mortal folli timori.

Non, cura il rischio atroce a lui presente,

Nè pur cangia del volto i bei colori :

Dà il pan, che mangia in bocca al rio serpente,

Quindi scherza con lui scevro da orrori,

Ride all’altrui spavento, e assicurato

Palpar la lingua al crudo mostro pensa,

E neppur vede il suo terribil stato.

Mortal se vuoi di lui la conoscenza,

Guardalo, e digli in cor addolorato :

Di nulla sai temer bella Innocenza,




Andrea Salomone, Mitologia iconologica, 1841


giovedì 7 marzo 2024

Ipazia

E in quei giorni comparve ad Alessandria una filosofa, una pagana di nome Ipazia, che si dedicava costantemente alla magia, agli astrolabi e agli strumenti musicali, e seduceva molte persone con inganni satanici. E il governatore della città [Oreste] la onorava grandemente; infatti, lei lo aveva sedotto con la sua magia. E lui smise di frequentare la chiesa come suo solito... E non solo fece questo, ma attirò molti credenti da lei, e lui stesso accolse gli increduli nella sua casa... E successivamente una moltitudine di credenti in Dio si levò sotto la guida di Pietro il magistrato - ora questo Pietro era un perfetto credente in ogni aspetto di Gesù Cristo - e cominciarono a cercare la donna pagana che aveva sedotto la gente della città e il prefetto attraverso i suoi incantesimi. E quando scoprirono dove si trovava, si diressero da lei e la trovarono seduta su una (alta) sedia; e, dopo averla fatta scendere, la trascinarono fino alla grande chiesa, chiamata Cesareo. Ora questo avvenne nei giorni del digiuno. E strapparono i suoi vestiti e la trascinarono per le strade della città finché morì. E la portarono in un luogo chiamato Cinaron, e bruciarono il suo corpo con il fuoco. E tutto il popolo circondò il patriarca Cirillo e lo chiamò "il nuovo Teofilo"; perché aveva distrutto gli ultimi resti dell'idolatria nella città.




Cronache (LXXXIV.87-88, 100-103)


martedì 6 febbraio 2024

Fedeltà

 Fedeltà


Con biondo crin cinto di verde ulivo,

Con bianco ammanto una gentil donzella,

Porta a una mano amabil tortorella,

Seguitata da un can svelto, e giulivo.

Tien nell’altra una picca, e l’occhio vivo

Par che penetri il core, e in quel favella

Nella semplicità par cosi bella,

Che ti versa nel sen di gioia un rivo.

D’essa l’imperio passa oltre la morte,

Cade per lei qualunque pena amara,

E dan dolce piacer le sue ritorte.

Da leï ogni virtù mortale impara

Questa che rende appien dolce ogni sorte

E fedeltà che al mondo d’oggi è rara.


Andrea Salomone, Mitologia iconologica, 1841


mercoledì 10 gennaio 2024

Pietà

 Pietà


Leggiadra donna d’un gran monte in vetta

Siede con dolci sguardi, e dolci modi,

Gl’infelici tuttor chiama, ed aspetta,

Occulta si palesa, odia le lodi.

Dissipa i fieri inganni, e l’empie frodi,

La sopìta virtù risveglia, e alletta,

Geme all’altrui tormento, il duol rispetta,

E al mesto prigionier discioglie i nodi.

Regge un timon colla sua destra mano,

L’altra sparge oro in questa parte, e in quella,

E nulla cura il vil piacer mondano.

Tien la cicogna a piedi, ed è sì bella,

Che figlia sembra del fattor sovrano ;

Questa è pietà della bontà gemella.




Andrea Salomone, Mitologia iconologica, 1841


giovedì 7 dicembre 2023

Pace

 Pace


Donna, che vince i pregi di Natura,

Che porta al crin serto di verde alloro,

Versa a una man ricchezze a dismisura,

Che fanno della terra ampio ristoro.

Nell’altra man, che spinge all’uom sicura

Porta l’olivo con gentil lavoro,

Ilare, grata, generosa, e pura

Pinge ne’gesti suoi gioia, e decoro.

Dal Ciel, dal mondo tutto è venerata,

Che accende al cor d’ogni piacer la face,

E quanto più si asconde è più bramata.

Di ben, di guadio fonte almo, e verace,

D’arti, e di scienze sede appien bëata

Vera figlia di Dio quest’è la Pace.



Andrea Salomone, Mitologia iconologica, 1841


lunedì 6 novembre 2023

Giustizia

 Giustizia


Vergine altera, taciturna, e cheta

Con grave sguardo, e con sereno aspetto

Senza sentir di tema il vil difetto

Siede maestosa, e non è trista, o lieta.

Due fanciulle ha vicino, ed alla meta

Di gran disegno volge l’intelletto,

Cura del tutto ognor si nudre in petto,

Che alcun si accosti proibisce, e vieta

Nemica di tesori, e di ricchezza

Solo il giusto con essa al mondo giova ;

Dà la mano agli oppressi, i forti sprezza.

Spada, e bilancia ha in man, con questa prova

Scandagliare, e punir dritti sol prezza

Giustizia è scudo all’uom quando la trova.



Andrea Salomone, Mitologia iconologica, 1841


giovedì 5 ottobre 2023

Verità

 Verità


Chi è mai costei, che eterna maraviglia

Desta nell’alma, e l’incoraggia, e guida ?

Chi è mai costei che ogni periglio sfida,

E nel sembiante agli Angioli somiglia ?

Chi è mai costei, che la ragion consiglia,

Nuda del tutto, e in pochi cor s’annida ?

Chi è mai costei, che ad un cristallo affida

Le proprie forme, e al retto sol s’appiglia ?

Chi è mai costei, che da ciascuno odiata

Se stessa a palesar giammai non resta,

Costante più, quanto è di più sprezzata.

Che del par lieta in calma, ed in tempesta

Figlia del tempo, che l’aspetta, e guata.

Sappi mortal, la Veritade è questa.



Andrea Salomone, Mitologia iconologica, 1841