L'affresco «a luci rosse» ha perso i pezzi. A Massa Marittima è bagarre in Comune
M. F.
Il giornale della Toscana 19/8/2011
A Massa Marittima, in Maremma, l'estate è più rovente che altrove per via di un affresco. Quando fu scoperto, nel 1999, fece molto discutere e oggi, dopo il restauro appena concluso, le polemiche sono roventi: l'Albero della fecondità, affresco medievale che a Massa Marittima raffigura un albero dai cui rami pendono non frutti ma organi sessuali maschili con alcune donne in attesa di raccoglierli e due che se li contendono, è stato sì restaurato ma, secondo un esponente di opposizione in consiglio comunale, alla fine manca qualcosa. La «sparizione» riguarderebbe, spiega oggi sul quotidiano Il Tirreno Gabriele Galeotti del movimento civico «Massa Comune», alcuni particolari importanti e cioè i testicoli che facevano parte di alcuni dei singolari frutti. Secondo Galeotti dopo il restauro l'affresco «appare fortemente compromesso», tant'è che sulla questione ha presentato un esposto a Procura e Ministero dei beni culturali. A confermarlo ci sarebbero le foto di prima e dopo il restauro, a dimostrazione di una vera e propria «castrazione» di alcuni dei frutti peniformi. «Da parte nostra siamo tranquilli sui soggetti che hanno condotto il restauro - ha commentato il sindaco Linda Bai - e cioè i tecnici della Soprintendenza di Siena con il contributo dell'università di Firenze, dell'Opificio delle pietre dure e del Cnr». A chiarire la vicenda interviene il soprintendente Mario Scalini: «In epoche relativamente recenti alcune lacune vennero abbondantemente integrate. Dal momento che sono cambiati i tempi e la filosofia del restauro, l'intervento ha riportato l'affresco alla situazione iniziale e così sono spariti i... testicoli». L'affresco, che all'epoca della sua scoperta fu definito «a luci rosse», è stato oggetto di studi approfonditi e ancora oggi è sottoposto a un monitoraggio scientifico a causa della presenza di sali minerali e delle infiltrazioni che potrebbero comprometterlo. L'opera, infatti, è stata realizzata sulla parete delle Fonti dell'abbondanza, vasche ai piedi dell'omonimo palazzo medievale, uno dei gioielli della cittadina maremmana.